Ancel Keys

Dalla razione K alla dieta mediterranea

Nell’estate del 1943, con gli sbarchi in Sicilia e nel golfo di Salerno, iniziarono ad affluire sul continente europeo milioni di soldati, soprattutto inglesi e americani, che davano inizio all’attacco alla “fortezza nazifascista”. La Campagna d’Italia, in particolare, fu tutt’altro che irresistibile: la “passeggiata” si trasformò in una lenta e sanguinosa risalita durata quasi 2 anni. Irresistibile, invece, fu, già prima della fine della guerra, l’afflusso d’oltreoceano di beni, modelli di consumo, immaginari, di un nuovo impero non più manu militari ma con i contorni di un grande emporio senza confini che avrebbe raggiunto l’apogeo nella seconda metà del secolo scorso. La produzione e il consumo di massa ne furono i paradigmi ed ebbero una potenza tale da permeare tutti i comparti, compreso quello alimentare. Infatti si trattava di introdurre nel settore alimentare tutti i tratti caratteristici della produzione e del marketing standardizzati, dalla sua linea di prodotti uniformi – hamburger, patatine fritte e Coca Cola – alle procedure standardizzate, di preparazione dei cibi, dalla gestione del personale orientata al minimo addestramento e alla massima efficienza – tutti in divisa, con cappellini vivaci e brillanti sorrisi d’ordinanza, dal bombardamento pubblicitario allo studio accurato dei clienti, che puntava a determinare sia il luogo più idoneo in cui far sorgere sia il punto vendita della catena , sia i menù, il prezzo, i tavoli e l’arredamento. In questo senso il Mac Donald svolse nel settore alimentare un ruolo molto simile a quello che il cinema hollywoodiano aveva rivestito in ambito culturale negli anni ’20 e che le catene di negozi a prezzo fisso e il supermercato avevano avuto nel diffondere l’abitudine di acquisto self-service negli anni ’30 e ’60.

in foto Ancel Keys – fonte: www.ecomuseodietamediterranea.it 

Nei primi anni 50 il noto fisiologico statunitense e sua moglie arrivarono nel borgo marinaro di Pioppi (SA). Praticamente sconosciuto alla popolazione locale, eppure il dott. Ancel Keys era ben noto nel suo Paese per aver contribuito all’alimentazione dei soldati durante la seconda guerra mondiale creando la razione K.

Infatti, era il 1941 quando Keys, da poco tempo direttore del laboratorio di Igiene Fisiologica di Minneapolis, ricevette dal Ministero della Guerra l’incarico di creare una razione militare completa, economica, leggera (in termini di peso) e poco ingombrante.

La razione K (l’origine del nome in realtà non è chiara, alcuni fonti riportano la K come abbreviazione della parola kit, altri sostengono possa provenire proprio dall’iniziale del suo scopritore) comprende tre pasti ed è in grado di fornire al soldato la giusta dose di energia. La sua formulazione si era resa necessaria perché le truppe speciali erano fuori per giorni dal raggio della logistica del rifornimento; era quindi una razione di emergenza, non un rancio normale, che doveva essere usata in mancanza di qualunque altra fonte di cibo.

Essa comprendeva: biscotti proteici, cioccolato, latte scremato in polvere, farina di avena e zucchero che potevano essere sciolti in acqua bollente.

Ancora potevano esserci altri alimenti presenti, differenziati per pasto: prosciutto tritato, uova, formaggio pastorizzato, barretta di frutta, brodo in polvere a cubetti, caffè solubile ecc…

Certo l’appetibilità delle razioni da combattimento non è eccelsa e non fu certo ciò che condusse Keys in Italia, bensì un cammino di ricerca intenso e complesso, frutto di uno studio di un’intera vita dedicata alla prevenzione, per mezzo dell’alimentazione, delle patologie cardiovascolari. Il 50% dei maschi adulti americani nel 1951 moriva d’infarto e questo fu sicuramente l’inizio della sua più grande intuizione cioè che il problema fosse riconducibile allo stile di vita e soprattutto all’alimentazione.

Recatosi a Roma, nei primi anni 50, per il primo convegno sull’alimentazione rimase impressionato dalla bassa incidenza di patologie cardiovascolari tra i popoli che affacciavano sul Mediterraneo, soprattutto tra le popolazioni a basso reddito, e decise così di avviare uno studio sulle tradizioni culinarie di questi popoli per confrontarle con le abitudini alimentari degli statunitensi.

Fu proprio intorno a quegli anni che i coniugi Keys decisero di trasferirsi in Italia per approfondire il tema; nel 1957 Keys iniziò con il “Seven Countries Study” (che coinvolgerà Italia, Usa, Finlandia, Giappone, Grecia Jugoslavia e Spagna), al fine di comparare gli stili di vita e l’alimentazione. Ciò che distingueva gli americani dalle popolazioni mediterranee e, soprattutto, ciò che distingueva l’alimentazione tra ricchi e poveri era sicuramente l’uso della carne a favore di alimenti di origine vegetale in special modo legumi, frutta verdura e olio d’oliva.

Attraverso le analisi del sangue, scoprì che la discriminazione tra gli americani e il popolo del basso Tirreno era nei valori di colesterolo nel sangue; la grande intuizione di Keys fu proprio questa: alla base dell’insorgenza delle patologie cardio vascolari c’era un eccesso di colesterolo nel sangue e che l’ipercolesterolemia poteva essere prevenuta con l’alimentazione.

Oggi sappiamo che ciò che aveva sostenuto Keys è ampiamente dimostrato: l’introduzione di grassi provenienti da fonti vegetali combatte e previene l’insorgenza di patologie cardiovascolari, obesità e sindrome metaboliche e che composti bioattivi, contenuti in frutta e verdura, prevengono malattie neurodegenerative e tumori.

Dieta Mediterranea è anche stagionalità e convivialità che sicuramente il “professore americano”, come lo chiamarono a Pioppi, trovò nelle ricette della signora Delia, governante e cuoca per i trenta anni che i coniugi Keys trascorsero in Cilento.

 

 

Prof.ssa Maria Barone – Docente di Scienze dell’Alimentazione
Dott. Marco Botta – Direttore Museum of Operation Avalanche
Prof. Giuseppe Fresolone – Storico Museum of Operation Avalanche

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